Ispesl, chi è in buona salute garantisce maggiore produttività
I lavoratori che godono di una buona salute mentale offrono prestazioni migliori in ambito professionale. A dirlo è l'Ispesl (Istituto superiore per la prevenzione e la sicurezza del lavoro) che lancia, durante l'undicesima giornata nazionale dedicata alla promozione della salute nei luoghi di lavoro, la campagna europea sulla salute mentale 'Lavorare in sintonia con la vita'. La giornata nazionale di informazione sulla promozione della salute nei luoghi di lavoro si è svolta oggi presso la sala multimediale dell'Ispesl, in via Urbana 167, a Roma. L'evento è stato organizzato dal dipartimento di Medicina del lavoro dell'Istituto.
Uno dei principali fattori di rischio per la salute delle persone, secondo l'Ispesl, è infatti lo stress lavoro-correlato. Oggi circa il 43% degli occupati denuncia disturbi psico-sociali. L'Istituto quindi promuove lo sviluppo di una nuova cultura della salute nei luoghi di lavoro. E la campagna, a cui l'istituto collabora nel ruolo di ufficio nazionale contatto (Nco) del network europeo Enwhp, si prefigge principalmente di comprendere e prevenire i fattori che generano stress e problemi di salute mentale; offrire supporto ai dipendenti che hanno problemi legati alla salute mentale; sviluppare politiche efficaci volte al reinserimento o impiego di chi è affetto da problemi psichici.(omissis)
Benessere organizzativo, dialogo sociale e coinvolgimento dei datori di lavoro dovrebbero essere infatti le prime garanzie, secondo l'Ispesl, sulle quali contare. Oggi, invece, sono oltre 10 milioni i lavoratori che percepiscono almeno un fattore di rischio per la propria salute, rischio che non sempre è di natura fisica. Se infatti circa 8 milioni di persone, secondo l'Istituto, avvertono la presenza nell'ambiente lavorativo di un fattore di rischio per la propria salute fisica, quasi la metà ritiene di essere esposta principalmente a rischi che possono pregiudicare l'equilibrio psicologico. Per questo la salute mentale viene sempre più intesa come salute psicofisica del lavoratore.A sottolineare la novità sostanziale, anche in termini giuridici, della valutazione del rischio 'stress lavoro-correlato' è stato Sergio Iavicoli, direttore del dipartimento Medicina del lavoro dell'Ispesl. "Il decreto legislativo del 9 aprile 2008 n. 81 - ha detto - illustra i principi innovativi che il decreto legislativo 81/2008 introduce nelle tematiche di salute e sicurezza nel lavoro, promozione della salute al lavoro e responsabilità sociale delle imprese".
Iavicoli ha ricordato inoltre che "all'art. 2, comma 1, lettera o, si esplicita il concetto di 'salute' come: uno 'stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, non consistente solo in un'assenza di malattia o d'infermità'. Il decreto - ha continuato Iavicoli - introduce, altresì, come fattore di rischio da rilevare nel documento di valutazione del rischio anche lo stress lavoro-correlato, secondo i principi dell'accordo europeo dell'8 ottobre 2004".
Roma, 16 feb. - Fonte Lab Italia s.r.l Gruppo AdnKronos