Fabbisogni e offerta formativa
La competitività aziendale in un mercato del lavoro in crisi e la difficoltà delle stesse aziende nel traghettare positivamente, o almeno senza grandi disagi, attraverso questo periodo piuttosto asfittico hanno necessariamente portato ad un'attenzione al contenimento delle spese e ad una richiesta di flessibilità e adattabilità ai vari cambiamenti ed esigenze.
Oggi non solo non è più valida o ipotizzabile l'idea del posto fisso a vita, ma neppure l'idea di rimanere "fissi" nello stesso ruolo con le stesse mansioni per tempi lunghi. E' richiesto prima alle stesse aziende e poi ai lavoratori di cambiare in linea con le richieste del mercato, di non rimanere statici in posizioni che, se potevano avere un senso nel dopoguerra dove la ovvia necessità di ricostruzione di tutto un mercato lasciava spazio a chiunque fosse dotato di buona volontà e buone braccia, oggi non ce l'hanno più.
Se l'evidente svantaggio di tutto ciò è che nessuno può più stare fermo, basarsi sull'acquisito e avere certezze, il reale vantaggio è che questa situazione premia chi abbia voglia di fare, sappia mettersi in gioco ed evolva le proprie competenze, chi sappia leggere e possibilmente anticipare i fabbisogni investendo in prima persona.
In questo processo abbiamo detto sono coinvolte in prima persona le aziende, ma devono esserlo anche i lavoratori responsabili e lungimiranti: capire qual è il bagaglio di competenze distintive richieste e che possiamo mettere a disposizione del mercato e soprattutto quali vadano rinforzate o acquisite non è un vezzo, un lusso fine a se stesso, ma un Must.
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